flyphoto.it logo

B come Book- Last Call di Harry Gruyaert

Buongiorno a tutti e Buon lunedì, come sempre con un liBro!
Dopo l'articolo di oggi B come Book si prende una meritata pausa estiva!
Gli impegni per me cominciano ad essere tanti e il tempo a disposizione sempre lo stesso...perciò tornerò a settemBre con nuovi interessanti titoli.
Niente paura però.
I tanti amici che seguono questa ruBrica e che ringrazio puBBlicamente per il sostegno e l'apprezzamento potranno continuare a leggere i miei consigli e le mie recensioni ogni settimana: ogni lunedì infatti ricondividerò un vecchio articolo del B-log con un volume interessante da acquistare.
Per non perderci di vista.;)
Oggi voglio salutarvi con un meraviglioso liBro di uno tra i più grandi coloristi europei, il belga Harry Gruyaert ed il suo Last Call.
Tra i pionieri nell'uso del colore tra gli anni '70 e '80 assieme a grandi nomi illustri come Saul Leiter, Stephen Shore o William Egglestone, Gruyaert con questo lavoro ci porta nei "non-luoghi" per eccellenza, gli aeroporti e ci mostra le atmosfere sospese di questi in fotografie raccolte in 40 anni di viaggi in tutto il mondo.
L'aeroporto diventa teatro e scena con i suoi giochi di luce e riflessi, con le sue trasparenze ed il suo essere terra di mezzo, mentre i passeggeri attraverso i loro gesti, i loro sguardi, le loro attese diventano attori inconsapevoli di questa straordinaria opera.
L'autore spinge al massimo il contrasto tra "dentro e fuori", tra l'attesa nel partire ed il viaggio e lo fa giocando spesso con le architetture, le vetrate, le Barriere riuscendo perfettamente a far percepire questo non-luogo in tutta la sua complessità e magia allo stesso tempo.
Il tutto con un uso magistrale del colore e con composizioni impeccaBili e complesse che a volte ci appaiono quasi delle doppie esposizioni; inoltre Gruyaert inserisce spesso nelle inquadrature i numerosi simBoli grafici che popolano gli aeroporti e che diventano elementi importanti per la struttura della composizione stessa.
Insomma raga, una chicca da non perdere.
Confesso di averlo sfogliato spesso nell'ultimo anno perchè in qualche modo mi piaceva rivivere le atmosfere intriganti, misteriose e magiche degli aeroporti che per ovvie ragioni non potevo frequentare e che il liBro riusciva ad evocare.
E' un volume senza fronzoli: una breve introduzione dell'autore, una cinquantina di foto stampate su un'ottima carta e in fondo i luoghi dove sono state scattate.
Se cercate lavori più corposi di Gruyaert potete virare su altro ma se volete guastarvi questo "prima di partire per un lungo viaggio" il liBro fa al caso vostro.
Potete trovarlo come sempre alla LiBreria Grande!

Questa settimana voglio poi consigliarvi una BomBa di Ulilearn ovvero Idea LaB con Tommaso Bonaventura, una sorta di laBoratorio concettuale durante il quale acquisire un approccio metodico capace di mettere in discussione le idee.
L'oBiettivo del percorso è di rendere un lavoro potenzialmente interessante agli occhi di photo-editor, galleristi, fondi o istituzioni.

Grazie a tutti quelli che seguono questa ruBrica!
A lunedì prossimo, come sempre con un Libro e a settemBre per nuovi entusiasmanti titoli!


IMG_5529.jpgIMG_5530.jpgIMG_5531.jpgIMG_5532.jpgIMG_5533.jpg

B come Book - Le regole del caso di Willy Ronis

Buongiorno a tutti e Buon lunedì, come sempre con un liBro!
Da circa 20 giorni ho iniziato il mio corso "Indagine su un fotografo al di sopra di ogni sospetto" e sono quindi entrato in modalità teacher-on.
Ho pensato allora ad un liBro che potesse servire ai ragazzi per approfondire meglio alcune cose e che fosse lontano dai consigli dei forum #occhiodelfotografomichealfreeman.
Per questo oggi voglio parlarvi de" Le regole del Caso" del grande Willy Ronis, fotografo che assieme a HCB e Doisneau è all'origine del movimento dei fotografi umanisti francesi del secondo dopoguerra, celeBri per aver fotografato la vita quotidiana e reale , la strada, i quartieri, la gente.
Cogliendo l'attimo decisivo il più delle volte.
Il volume presenta 120 immagini raccolte dallo stesso autore nel suo lungo percorso fotografico che ci permettono di capire cosa passa per la testa del fotografo quando scatta, quali sono i meccanismi alla Base delle scelte che egli si trova a fare sia in fase di "creazione" sia nella selezione successiva dei provini.
Ogni scatto è infatti analizzato in profondità dall'autore che ci fa conoscere il suo punto di vista e ci rende partecipi delle sue scelte.
Le scelte, si.
Perchè ogni scatto è un insieme di queste, tutte straordinariamente soggettive.
Parlandocene in prima persona e raccontando anche diversi aneddoti legati ad ogni singola foto Ronis ci illustra il percorso che porta all’immagine riuscita ed equiliBrata regalandoci una lezione di fotografia incrediBile e individuando in 5 parole chiave- Pazienza, Riflessione, Caso, Forma e Tempo- le "regole" per ottenere un scatto che funziona.
Non solo composizione fine a se stessa perciò ma molto di più.
Un liBro scorrevolissimo e piacevole da leggere, consigliatissimo a tutti coloro che vogliono godersi delle Buone lezioni di fotografia.
Peccato solo per il piccolo formato che non rende giustizia alle immagini.
Potete acquistare ad un Buon prezzo il liBro presso La LiBreria Grande sia online che, se potete, fisicamente.

Questa settimana vi consiglio poi un interessante workshop di Ulilearn con Piero Percoco in cui parlerà dell'utilizzo consapevole dello smartphone per creare un proprio linguaggio; un percorso che va dalla fase di scatto a quella di sviluppo fino all'utilizzo di Instagram come output di divulgazione.
A lunedì prossimo, come sempre con un liBro!

IMG_3367_jpg.jpgIMG_3370_jpg.jpgIMG_3371_jpg.jpgIMG_3372_jpg.jpgIMG_3373_jpg.jpg

B come Book - Vivian Maier Fotografa

date » 08-03-2021 09:34

permalink » url

tags » vivian maier, recensione libro, b come book, fabio magara, contrasto book, fotografo perugia,

Buongiorno a tutti e auguri a tutte le donne!!!
Per festeggiare questa importante ricorrenza non posso non parlarvi oggi di una fotografa donna la cui storia incrediBile ha contriBuito a renderne epica l'opera, ovvero Vivian Maier!
Conoscete la sua storia?
Io credo di si ma un Breve ripassino ve lo faccio.
Nel 2007 Geoff Dyer, uno studioso di storia, si aggiudicò ad un'asta di Chicago una piuttosto anonima cassa di negativi senza sapere che là dentro avreBBe scoperto un mondo intero, il mondo appunto di Vivian Maier, BamBinaia di professione e fotografa amatoriale sconosciuta a tutti (cosi pare).
Da lì a poco Dyer si dedicò completamente alla riscoperta dell'autrice e alla sua valorizzazione acquisendo più di centomila negativi realizzati dagli inizi degli anni '50 fino alla fine degli anni '90, numerosi filmati amatoriali e registrazioni audio, oltre che oggetti appartenuti alla Maier e ritagli di giornali di cui ella faceva collezione.
Al di là degli aspetti più o meno "mitologici" della storia della BamBinaia-fotografa-rimasta-sconosciuta-fino alla morte e della conseguente operazione commerciale messa in piedi ( chapeau) ciò che resta della Maier sono delle straordinarie fotografie di vita reale che in qualche modo hanno "smosso" il mondo della street photography recente.
Pur non avendo niente di rivoluzionario infatti queste fotografie diventano uno straordinario documento delle strade americane di quegli anni, realizzate con una sapiente tecnica, un'ottima composizione e una grande sensiBilità propria di un'occhio femminile.
Il liBro in questione, Vivian Maier Fotografa ed. contrasto, presenta proprio una serie di queste opere: ritratti di strada con un'attenzione speciale per gli anziani e le donne, scene di vita quotidiana riprese con ironia e grande occhio ma anche fotografie sulla topografia come protagonista, con i camBiamenti nelle città dopo la guerra.
Inoltre trovo interessante questo liBro per alcuni aspetti e la sua lettura mi ha portato ad alcune considerazioni.
Innanzitutto sottolinea il valore che le fotografie acquistano nel tempo come testimonianza storica, aspetto che nel mondo fugace delle storie di Instagram di oggi è difficilmente comprensiBile ma che invece è a mio avviso uno dei grandi poteri della fotografia.
Sono rimasto poi affascinato da certi ritratti di donne che la Maier ha realizzato negli anni '50 e che rappresentano in pieno la condizione femminile di quegli anni, schiacciata tra il perBenismo-Maccartismo di allora e la voglia di liBertà e di emancipazione dei successivi anni '60.
Un liBro insomma che vi consiglio fortemente, stampato tra l'altro Benissimo e su un'ottima carta e che potete trovare qui.
Vi ricordo poi l'appuntamento di giovedì con il workshop di Ulilearn con Giulio di Sturco in cui il grande fotografo vincitore di 3 wpa ci spiegherà come creare un linguaggio adatto alla richiesta contemporanea con la fotografia documentaria.

Voglio infine annunciarvi che ho lanciato il mio nuovo per-corso di fotografia " Indagine su un fotografo al di sopra di ogni sospetto" rivolto a tutti coloro che hanno già delle conoscenze di tecnica fotografica ma vogliono compiere uno step in più.
Con il corso andremo infatti a costruire delle solide Basi su cui poi andare a sviluppare il nostro linguaggio fotografico, acquisendo nuove consapevolezze.
7 settimane, 7 incontri da due ore ciascuno + 1 sessione onetoone dove potrai parlarmi dei tuoi progetti da sviluppare o dove potrai chiedere duBBi o chiarimenti nel percorso.
Tutto esclusivamente su zoom!
Iscriviti al più presto, i posti sono limitati!
Per te uno sconto del 20% sul prezzo di acquisto se prenoti entro martedì 9 Marzo.
A Lunedì prossimo!
E auguri ancora a tutte le donne!!




IMG_2113.jpgIMG_2115.jpgIMG_2116.jpgIMG_2118.jpgIMG_2120.jpgIMG_2122.jpg

B come Book - Zingari di Josef Koudelka

Buongiorno a tutti e Buon inizio settimana!
Sono qui anche oggi per consigliarvi un Buon liBro sempre che ne troviate il tempo.
Si perchè qui tra storie su instagram, post su facebook, reels, video tik tok e non ultime sessioni infinite su cluBhouse mi chiedo dove si possa trovare il tempo per leggere( e per vivere).
Ma ok, tolta la vena polemica son qua per parlarvi oggi di uno dei pilastri fondamentali nella mia BiBlioteca ovvero Zingari di Josef Koudelka, un liBro che a mio avviso non possiamo non conoscere se amiamo la fotografia.
Koudelka nasce nel 1938 in una Cecoslovacchia che di là a poco diventerà punto cruciale nell'inizio della grande tragedia della seconda guerra mondiale.
Terminati gli studi in ingegneria inizia a scattare le sue prime fotografie per hoBBy fino a diventare fotografo professionista alla fine degli anni 60 e da lì a poco memBro della prestigiosa agenzia Magnum.
Reso famoso per le foto dell'invasione sovietica di Praga del '68 il suo lavoro più iconico resta però Zingari appunto, in cui seguì per moltissimi anni le popolazioni romanì in diverse regioni dell'Europa dell'est con scatti entrati di diritto nell'olimpo della fotografia.
Il liBro può essere definito un "work in progress" perenne in quanto Koudelka dalla prima edizione pensata e mai puBBlicata del 1968 alla prima puBBlicata del 1973 fino all'ultima versione tascaBile del 2019 ha perennemente integrato, cambiato e migliorato la sequenza cercando sempre un forte impatto emotivo nel lettore.
Egli non ha mai saputo spiegare con precisione cosa lo aBBia spinto a fotografare gli"zingari"; forse la sua passione per la musica gitana o forse come ha più volte sottolineato perché è stato sempre "attratto da ciò che giunge alla sua fine e che presto sparirà".
Questi popoli infatti rappresentano da sempre un sui generis nel cuore dell'Europa e infatti specialmente negli ultimi secoli sono stati fortemente osteggiati e visti come un intralcio nella costruzione di società "indottrinate" in quanto difficilmente integraBili.
Nel liBro Koudelka ci porta all'interno delle comunità "zingare" con l' ampia profondità di campo del suo grandangolo da 25 mm e con composizioni a mio modo di vedere perfette, il tutto senza intenti documentaristici né etnografici ma semplicemente frutto della visione personale del fotografo.
Un'evoluzione insomma del linguaggio del suo maestro Bresson realizzato con qualcosa di più emotivo e intimo rispetto al mero approccio virtuosistico del momento decisivo.
La sequenza delle più di 100 fotografie scattate tra Ungheria, Romania, Slovacchia, Boemia e Moravia ci mostra usi, costumi e tradizioni, orgoglio e pregiudizio, precarietà di condizioni e dignità , contraddizioni e complessità, crudeltà e dolcezza tutto rigorosamente in Bianconero.
Un viaggio vero e proprio che, per quanto mi riguarda ho trovato estremamente fedele alla realtà.
Durante le fasi di ripresa del mio lavoro Star-Off,Kosovo ho potuto toccare da vicino alcune di queste realtà che nel corso degli anni non semBrano essere così mutate da allora.
Un vero pilastro insomma da tenere assolutamente nella vostra liBreria e consigliato a chi ama le composizioni forti, i momenti decisivi ma con un forte impatto emotivo.
Potete trovare il liBro qui sia nella versione tascabile che in quella normale.
Questa settimana voglio poi consigliarvi un interessante workshop con Giulio Di Sturco in cui il fotografo ci spiegherà come trovare un nuovo linguaggio adatto alla richiesta contemporanea attraverso la fotografia documentaria.

Voglio infine dedicare l'articolo di oggi e più in generale tutta questa ruBrica ad un vero e proprio maestro venuto a mancare improvvisamente la scorsa settimana e che molto mi ha insegnato e ispirato, Efrem Sergio Raimondi.
Ciao Efrem, per sempre con me!

IMG_1679.jpgIMG_1680.jpgIMG_1681.jpgIMG_1684.jpg

B come Book- New York in Color 1952-1962 Ernst Haas

Buongiorno a tutti e Buon lunedì!
Dopo questo weekend calcistico da dimenticare ( non accetto commenti a riguardo) Buttiamoci sui liBri, ultimo rifugio di serenità.
Oggi ragazzi vi tiro fuori una delle BomBe della mia liBreria a cui sono particolarmente affezionato in quanto l'autore è uno dei miei preferiti in assoluto, pioniere nell'uso del colore in anni in cui era considerato poco artistico e il cui uso era relegato a meri scopi puBBlicitari.
Sto parlando dell'immenso Ernst Haas, fotografo austriaco di origine eBraiche che dopo la seconda guerra mondiale iniziò il suo percorso fotografando il rientro dei prigionieri di guerra austriaci.
Gia’ con questi primi scatti egli attirò l’attenzione di Life, che gli offri’ un contratto da fotografo interno alla rivista che Haas rifiutò per preservare la sua indipendenza, faro assoluto di tutta la sua carriera.
Il liBro di cui parliamo oggi ovvero New York in Color 1952-1962 è un omaggio alla Grande Mela, la città che Haas aveva scelto come luogo per vivere e per lavorare ma che poi diventò la sua vera e propria musa ispiratrice.
Sfogliandolo siamo totalmente immersi nella città, nei suoi odori, sapori e soprattutto nei suoi colori.
Il colore già, il vero protagonista nelle foto di Haas che fece dell'uso sapiente delle pellicole Kodacrome il suo marchio di faBBrica.
Per capire Bene il contesto in cui siamo dobbiamo ricordare che in quegli anni le pellicole a colori non erano performanti come quelle in Bianconero; la prima Kodacrome era infatti una pellicola estremamente "lenta" con una sensibilità paragonaBile a circa 10 ISO di oggi!!
Il suo uso era perciò altamente sconsigliato ad una fotografia dinamica e fatta di "momenti decisivi" come quella di strada.
Tuttavia Haas fece di questo difetto il suo punto di forza creando un vero e proprio linguaggio, quello del mosso creativo a colori; qualcosa di più profondo e istintivo che attraverso le sue fotografie poneva domande più che dare risposte.
Le sue non sono infatti le classiche fotografie documentarie ma appaiono come delle vere e proprie "poesie visive" con un magistrale uso del contrasto e del colore, in particolare modo del rosso intenso della pellicola Kodacrome.
Oltre al mosso troviamo altre istantanee di vita quotidiana: manifesti strappati, luci e omBre, visioni dall'alto e moltissimi riflessi, parallelismo azzeccato con la città del vetro per antonomasia.
Insomma un vero e proprio viaggio straordinario e onirico che vi consiglio in un momento come questo dove viaggiare non si può.
Haas riuscì nel 1962 ad esporre al Moma di New York la sua prima mostra a colori che tuttavia non ricevette numerose recensioni ma che poi con gli anni ha avuto i giusti riconoscimenti e che ha fatto dell'autore il vero e proprio pioniere del colore ben 14 anni prima di Egglestone.
Se volete acquistare il libro lo trovate qui!
Questa settimana vi consiglio poi un interessante workshop con Tommaso Bonaventura che ci parlerà di come finanziare un progetto fotografico dall'analisi della domanda alla ricerca fondi e alla costruzione di una nuova competenza.
A lunedì prossimo, speriamo con degli esiti calcistici differenti!

IMG_1441.jpgIMG_1442.jpgIMG_1444.jpgIMG_1446.jpgIMG_1447.jpgIMG_1450.jpg

B come Book- Pornoland di Stefano De Luigi

date » 01-02-2021 08:45

permalink » url

tags » stefano de luigi, de luigi, pornoland, contrasto, libri fotografia, b come book, fabio magara, fly photo,

Buongiorno a tutti e Buon lunedì!
In questo clima di perenne incertezza politica e di viaggio verso la catastrofe ma con ottimismo ci ancoriamo alle certezze che la vita ci offre: i liBri!
Molti di voi mi scrivono in privato chiedendomi perchè parlo spesso di autori del passato.
Le ragioni sono essenzialmente due.
La prima è che come sempre faccio il cavolo che mi pare ( ho corretto il termine lo ammetto) e la seconda è che senza le Basi dobbiamo scordarci le altezze.
Però ragazzi vi voglio Bene e per questo ho deciso di accontentarvi oggi parlandovi di un autore contemporaneo vincitore per Ben 4 volte del World Press Photo oltre che di un Getty Grant e di un premio Days Japan: Stefano De Luigi.
Ho conosciuto Stefano durante un interessante workshop che ho fatto un paio di mesi fa e che potete trovare on demand qui ad un ottimo prezzo in cui ci spiegava come trasformare un'idea in un progetto fotografico.
E torniamo qui al discorso delle Basi.
Detto questo il liBro di cui vi parlerò oggi è Pornoland ( 2004 Contrasto), un racconto fotografico realizzato in diverse città del mondo sui set cinematografici porno e che contiene oltre alle fotografie un testo di 16 pagine dello scrittore inglese Martin Amis.
De Luigi ci accompagna nel dietro le quinte di un mondo fantastico e immaginifico dove l'apparenza e la finzione sono il punto cardine, dove i set sono spesso improvvisati ed i film vengono terminati a volte in un solo giorno.
Dove insomma niente è come semBra.
Nonostante questo egli racconta questo universo cercando di non limitarsi alla superficie delle cose ma indagando più in profondità e senza facili moralismi avventati: ecco che allora trovano spazio anche momenti di intensa spontaneità e quotidianità degli attori-macchine che appaiono più umanizzati che mai.
L'autore al contrario dei film che racconta non scopre ma nasconde, non dimostra ma evoca.
Il tutto con l'uso sapiente dello sfocato e del mosso ,senza mai apparire lontano dalla scena e attraverso colori intensi e vividi, simbolo del consumismo della nostra epoca.
Un parallelismo all'eccesso se vogliamo con la società dei social media di oggi dove l'apparenza regna e soverchia indiscussa.
Insomma un liBro consigliatissimo a tutti coloro che amano andare al di la del proprio naso e che tra l'altro trovate anche ad un prezzo veramente interessante!!!.
Fateci un pensierino!
A lunedì prossimo, verso la catastrofe ma con ottimismo.

IMG_1016.jpgIMG_1017.jpgIMG_1018.jpgIMG_1021.jpgIMG_1022.jpg

Una settimana con Fujifilm GFX50R

date » 04-03-2019 10:22

permalink » url

tags » gfx50r, fujifilm, medioformato, b-log, fotografoperugia, flyphoto, fabiomagara, fabmago,

Ciao raga!
È da un po’ che non mi faccio sentire sul mio B-Log ma sto ultimando le consegne dei matrimoni 2018 e quindi sono sotto con il lavoro.
Presto tornerò a rompervi le scatole come di consueto!
Intanto oggi voglio parlarvi dell’esperienza che mi ha permesso di fare Grange Fotografia prestandomi per una settimana la nuova medio formato Fujifilm GFX50R con le mie due ottiche predilette con cui faccio l'80% dei miei scatti ovvero il 63 mm e il 45 mm(equivalenti al 35 e al 50 mm nel formato full frame).
Chi ha seguito le mie storie su Instagram avrà notato che negli ultimi sei giorni ho postato vari tipi di foto fatte con la GFX50R: alcune foto di paesaggio, alcuni ritratti ambientati, alcuni ritratti in studio e in esterno con una modella, alcuni ritratti fatti in strada e infine ho voluto anche testare la medio formato nel campo dove è meno indicata, ovvero la fotografia sportiva.
Le impressioni che ho avuto da questa macchina sono notevolmente positive.
Per il mio modo di fotografare è una macchina sicuramente eccezionale con i suoi pro e i suoi contro.
Vediamoli insieme.
PERCHè SI
-Semplicita: lavorando con Fujifilm da ormai tre anni ho avuto la fortuna di conoscere perfettamente i tasti e i comandi della macchina poichè sono identici nelle funzioni a quelle delle altre macchine che possiedo. Non ho dovuto perciò leggermi manuali e manuali su come impostare e usare la macchina fotografica nel modo più congeniale a me.
-Dettaglio: I file che sforna la GFX50R sono davvero eccezionali con un dettaglio incredibile anche con zoom del 400%. Questa è sicuramente la cosa che colpisce maggiormente agli occhi di chi normalmente usa macchine APSC o Fullframe.
Nei paesaggi questo può essere utile per possibili crop mentre nei ritratti è sicuramente utile a chi lavora molto in studio e cerca la perfezione del dettaglio.
Io ho sviluppato i miei RAW con Lightroom ma se lo farete con CaptureOne mi dicono che il file dia maggiori soddisfazioni.
-Gamma dinamica: Nei file prodotti è possibile tirar fuori una fotografia buona anche da uno scatto quasi completamente nero.
Questa è una cosa molto sorprendente anche se, lo ammetto, non è che sia così importante per quanto mi riguarda.
Se hai una mirrorless è veramente complicato fare una foto esposta non correttamente! In ogni caso ho sempre pensato che lo step fondamentale per una buona foto sia sempre la fase di scatto.
Quindi quella non sbagliatela!
-Peso. Solo 775 grammi per una medio formato sono veramente pochi!!!
PERCHè NO
-Ergonomia. La macchina da molti definita una xpro2 incicciata ha un’ergonomia perfettibile anche per chi come me è abituato alla stessa Xpro2 in quanto non è enorme ma è sicuramente più grande di una normale full frame o mirrorless.
E il grip non è dei migliori.
-Autofocus. La macchina non è lenta come dicono in molti, almeno per il mio modo di scattare.Sicuramente però non è reattiva come una XT3 quindi magari non è adatta a scene particolarmente veloci o per cui serve una AFC coi controcazzi.
- Troppo dettaglio. Il dettaglio è un grande valore aggiunto, vero. Ma considerate anche che la GFX50R sforna un RAW da 116 MB circa. Quindi si fa presto a intasare la vostra memoria.
Il dettaglio va cercato quando serve insomma.
Lo studio è il suo campo di battaglia e abbinata ai flash Profoto B10 da il meglio di sé come resa cromatica e di dettaglio.
Ho voluto poi testarla anche in condizioni sulla carta non idonee a una macchina così ovvero nella fotografia sportiva.
La macchina non ha una raffica velocissima e la parte sicuramente meno ottimale è come detto l' autofocus a rilevamento di contrasto che la rende più lenta rispetto alle normali reflex o alle MirrorLess di ultima generazione.
Nonostante ciò son riuscito a fare degli ottimi panning ai ciclisti!
In conclusione posso dirmi veramente molto soddisfatto di questa settimana di GFX50R, una macchina che a mio avviso potrebbe essere un upgrade importante per molti fotografi che lavorano sul dettaglio.
I file sono davvero eccezionali e qui ne trovati alcuni( a fianco di alcune foto trovate i crop anche spinti delle stesse)
Grazie ancora Grange Fotografia e Mauro Bertola per avermi concesso questa esperienza.

_DSF4028.jpg_DSF4048.jpg_DSF4052.jpg_DSF4107.jpg_DSF4139.jpg_DSF4142.jpg_DSF4151.jpg_DSF4168.jpg_DSF4168_2.jpg_DSF4041.jpg_DSF4251.jpg_DSF4438.jpg_DSF4381.jpg_DSF4290_2.jpg_DSF4290.jpg_DSF4171_2.jpg_DSF4211.jpg_DSF4210.jpg_DSF4209.jpg_DSF4173.jpg_DSF4171.jpg_DSF4453.jpg

B come Book- Skyline di Franco Fontana

fontana.jpg

Buongiorno a tutti..e come sempre Buon lunedì con un liBro!
Oggi parliamo di un'altra pietra miliare della fotografia, ovvero Skyline di Franco Fontana puBBlicato nel 1978 dalla casa editrice "Punto e virgola" fondata da Luigi Ghirri a Modena.
Il liBro diventa da suBito un punto di riferimento per la fotografia a colori e ci mostra un autore con una visione nuova e originale che attua una gestione del colore favolosa.
I suoi paesaggi non sono "panorami" da iPhone ma sono opere astratte dove colori, linee e curve la fanno da padrone e ci raccontano il tutto in maniera creativa.
Il liBro è stato ripuBBlicato a 35 anni di distanza da Contrasto arricchendolo con una prefazione di Claude Nori e un testo di Francesco Zanot.
Ogni fotografia con i memoraBili orizzonti e grafismi del Fontana va gustata e rigustata , proprio come se fosse un cioccolatino e ti fa tornare indietro nel tempo, negli anni 70...quei colori e la carta stessa del libro sono profondamente vintage e ciò non fa che rafforzare la potenza di quest'opera.
Consigliatissimo specialmente a coloro che fanno foto paesaggistiche"comuni" ma che sanno raccontare Ben poco!
Vi linko come sempre per l'acquisto!

B come Book- 258Minutes, Angelo Ferrillo

date » 27-08-2018 08:37

permalink » url

tags » bcomebook, blog, fotografia, ferrillo, 258minutes, crowdbooks, culturafotografica,

IMG_1492.jpg

Buongiorno a tutti e Buon lunedì!
Oggi il B-log parla di un liBro a cui sono particolarmente affezionato, che ho visto nascere,crescere e diventare opera compiuta, 258Minutes del mio amico Angelo Ferrillo.
Angelo torna a Parigi il 13 novembre 2016, ovvero un anno dopo i Brutali attentati terroristici che hanno insanguinato la città.
Con le sue foto nette e piene di contrasto cerca di ripercorrere proprio i 258 minuti del terrore in tutti i luoghi simbolo della tragedia, con una cronostoria molto intensa.
Ciò che emerge dalle foto è la volontà del popolo parigino di ristaBilire la normalità; infatti non c’è traccia nelle foto di pietismo scontato ma la città sembra essere tornata ai suoi ritmi quotidiani, come se l’evento non l’avesse di fatto scalfita.
In realtà le foto appaiono come..."incomplete" ad una superficiale lettura..è come se mancasse qualcosa.
La parte mancante che va sovrapposta alle immagini stesse è quella dei nostri ricordi.
Angelo ha in pratica creato delle doppie esposizioni "immaginarie" perché inconsciamente il lettore è portato a sovrapporre sopra ogni fotografia di quei luoghi nel 2016 l’immagine dei luoghi stessi nel giorno della tragedia fissata nella memoria.
Ecco che tutto ciò diventa molto efficace,doloroso e profondo e porta in qualche modo a riflessioni importanti.
Nella seconda parte del volume sono inoltre presenti alcuni elementi, statistiche e contenuti presi dall'universo dei social network nei giorni del terrore al fine di tessere la tela della memoria storica con i media dei nostri tempi.
Il ricordo diventa perciò parte integrante del progetto e rende il liBro un'opera compiuta e da non perdere.
Quando questo progetto nasce io, Angelo e il mio amico Stefano Baldacci stavamo organizzando un workshop assieme e quando ci mostrò l'idea e le immagini capimmo suBito che questa serie poteva diventare un lavoro importante.
Ho seguito il progetto in tutte le sue fasi fino ad arrivare a questo liBro finanziato attraverso operazioni di crowdfounding e ora divenuto realtà.
Vi linko come sempre per l'acquisto e faccio i miei più cari auguri al mio amico Angelo per questo Bellissimo progetto che sono sicuro avrà il successo che merita.

B come Book-I luoghi in cui viviamo di Jonas Bendiksen

date » 07-05-2018 08:17

permalink » url

Ciao Ragazzi !
Oggi voglio parlarvi di un libro molto economico ma secondo me molto interessante ,”I luoghi in cui viviamo”di Jonas Bendiksen,edizioni contrasto.
Il libro prende spunto dal fatto che nel 2008 gli abitanti delle città hanno superato il numero degli abitanti delle zone rurali.
La maggior parte delle persone che vive nelle città però lo fa in condizioni terribili e disagiate .
L'autore ha voluto documentare perciò la quotidianità di 4 città che più di altre hanno subito questo Boom demografico : Nairobi, Mumbai, Caracas e Jakarta.
Il libro che ne viene fuori è veramente molto interessante con immagini crude e dirette .
È normale vivere così?
È normale questa disparità tra persone?
Dove è finito il senso di comunità?
La riflessione che ne viene fuori è che se il trend continuerà ad essere questo forse tra qualche anno ci sembrerà sempre più “normale” che esistano situazioni come queste .
La particolarità del libro poi è anche data dall'impaginazione dello stesso :ogni luogo è stampato in pagine piegate che vanno a formare una stanza in cui il lettore è al centro.
È un invito ad essere in mezzo alle situazioni e in qualche modo a viverle.
Come un invito ad immedesimarsi nella gente che vive in questi luoghi.
Consigliato a chi ama il reportage sociale ,la fotografia terapeutica e...tutti i curiosi della vita!
Vi linko la pagina Amazon per l’acquisto!
https://www.amazon.it/luoghi-cui-viviamo-Ediz-illustrata/dp/8869654745

496A30B7_22AB_4920_9FE0_E59CDF5B36C8.jpeg

search
pages
ITA - Informativa sui cookies • Questo sito internet utilizza la tecnologia dei cookies. Cliccando su 'Personalizza/Customize' accedi alla personalizzazione e alla informativa completa sul nostro utilizzo dei cookies. Cliccando su 'Rifiuta/Reject' acconsenti al solo utilizzo dei cookies tecnici. Cliccando su 'Accetta/Accept' acconsenti all'utilizzo dei cookies sia tecnici che di profilazione (se presenti).

ENG - Cookies policy • This website uses cookies technology. By clicking on 'Personalizza/Customize' you access the personalization and complete information on our use of cookies. By clicking on 'Rifiuta/Reject' you only consent to the use of technical cookies. By clicking on 'Accetta/Accept' you consent to the use of both technical cookies and profiling (if any).

Accetta
Accept
Rifiuta
Reject
Personalizza
Customize
Link
https://www.flyphoto.it/b_log-d

Share on
/

Chiudi
Close
loading