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Finalista a Padova International Month of Photojournalism, Premio Voglino
Finalista Milano Photo Week, Premio Voglino
Finalista Festival di Fotografia etica di Lodi, Premio Voglino
Uno sfondo blu con disegnato il profilo della nazione in giallo e sopra sei stelle bianche, riferimento alle sei comunità etniche presenti nel paese. Questa è la bandiera ufficiale del Kosovo, ideata dopo la guerra e con la nuova costituzione. Ognuna delle sei stelle rappresenta una comunità diversa presente nel paese: Albanesi, Serbi, Turchi, Rae, Bosniaci e Gorani. Un intento bellissimo quello di formare un paese multietnico ma che nella realtà delle cose ha trovato molte difficoltà nell’essere attuato. Alcune delle minoranze sono infatti fortemente discriminate e disagiate ed in particolar modo lo è la minoranza rom del paese, denominate RAE. I RAE del Kosovo rappresentano una fetta importante di popolazione per lo più distribuita nella zona di Pejë/Peć, Kljna e in particolare nella parte sud occidentale del paese e suddivisa in tre gruppi: Rom propriamente detti Ashkali ed Egiziani. La loro diversità si basa perlopiù su motivazioni religiose e linguistiche: i Rom sono cristiani e parlano serbo e romanì, gli Ashkali e gli Egiziani sono islamici e parlano albanese. Secondo quanto riportato dalla Rosa Luxemburg Foundation negli anni della guerra in Kosovo le varie comunità Rom vennero impiegate dalle autorità serbe per rastrellare civili albanesi o seppellire cadaveri. Per questa ragione una volta finito il conflitto la popolazione albanese riconobbe nei Rom dei possibili collaborazionisti di Belgrado e per questo fu attuata nei loro confronti una forte campagna discriminatoria che sfociò spesso nella violenza. Con la fine della guerra e la nuova costituzione tuttavia si voleva garantire piena protezione per le minoranze etniche, ma i progetti per l’integrazione delle comunità hanno subito sempre dei rallentamenti con la conseguenza che le condizioni di vita di queste famiglie appaiono notevolmente peggiori di quelle degli altri cittadini che già di per se non sono ottimali specialmente per il sistema sanitario, quello dell'istruzione, del lavoro e per l’impossibilità di viaggiare liberamente. In questo progetto si racconta il quotidiano di circa 30 famiglie RAE, le loro difficoltà ed il loro disagio, ma anche il loro orgoglio e la speranza che le cose possano cambiare. Affinchè la stella "spenta" dei RAE nella bandiera blu torni a brillare.
Se vuoi alcune informazioni in più CONTATTAMI
Star-off,Kosovo
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Finalista Milano Photo Week, Premio Voglino
Finalista Festival di Fotografia etica di Lodi, Premio Voglino
Uno sfondo blu con disegnato il profilo della nazione in giallo e sopra sei stelle bianche, riferimento alle sei comunità etniche presenti nel paese. Questa è la bandiera ufficiale del Kosovo, ideata dopo la guerra e con la nuova costituzione. Ognuna delle sei stelle rappresenta una comunità diversa presente nel paese: Albanesi, Serbi, Turchi, Rae, Bosniaci e Gorani. Un intento bellissimo quello di formare un paese multietnico ma che nella realtà delle cose ha trovato molte difficoltà nell’essere attuato. Alcune delle minoranze sono infatti fortemente discriminate e disagiate ed in particolar modo lo è la minoranza rom del paese, denominate RAE. I RAE del Kosovo rappresentano una fetta importante di popolazione per lo più distribuita nella zona di Pejë/Peć, Kljna e in particolare nella parte sud occidentale del paese e suddivisa in tre gruppi: Rom propriamente detti Ashkali ed Egiziani. La loro diversità si basa perlopiù su motivazioni religiose e linguistiche: i Rom sono cristiani e parlano serbo e romanì, gli Ashkali e gli Egiziani sono islamici e parlano albanese. Secondo quanto riportato dalla Rosa Luxemburg Foundation negli anni della guerra in Kosovo le varie comunità Rom vennero impiegate dalle autorità serbe per rastrellare civili albanesi o seppellire cadaveri. Per questa ragione una volta finito il conflitto la popolazione albanese riconobbe nei Rom dei possibili collaborazionisti di Belgrado e per questo fu attuata nei loro confronti una forte campagna discriminatoria che sfociò spesso nella violenza. Con la fine della guerra e la nuova costituzione tuttavia si voleva garantire piena protezione per le minoranze etniche, ma i progetti per l’integrazione delle comunità hanno subito sempre dei rallentamenti con la conseguenza che le condizioni di vita di queste famiglie appaiono notevolmente peggiori di quelle degli altri cittadini che già di per se non sono ottimali specialmente per il sistema sanitario, quello dell'istruzione, del lavoro e per l’impossibilità di viaggiare liberamente. In questo progetto si racconta il quotidiano di circa 30 famiglie RAE, le loro difficoltà ed il loro disagio, ma anche il loro orgoglio e la speranza che le cose possano cambiare. Affinchè la stella "spenta" dei RAE nella bandiera blu torni a brillare.
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