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B come Book- Last Call di Harry Gruyaert

Buongiorno a tutti e Buon lunedì, come sempre con un liBro!
Dopo l'articolo di oggi B come Book si prende una meritata pausa estiva!
Gli impegni per me cominciano ad essere tanti e il tempo a disposizione sempre lo stesso...perciò tornerò a settemBre con nuovi interessanti titoli.
Niente paura però.
I tanti amici che seguono questa ruBrica e che ringrazio puBBlicamente per il sostegno e l'apprezzamento potranno continuare a leggere i miei consigli e le mie recensioni ogni settimana: ogni lunedì infatti ricondividerò un vecchio articolo del B-log con un volume interessante da acquistare.
Per non perderci di vista.;)
Oggi voglio salutarvi con un meraviglioso liBro di uno tra i più grandi coloristi europei, il belga Harry Gruyaert ed il suo Last Call.
Tra i pionieri nell'uso del colore tra gli anni '70 e '80 assieme a grandi nomi illustri come Saul Leiter, Stephen Shore o William Egglestone, Gruyaert con questo lavoro ci porta nei "non-luoghi" per eccellenza, gli aeroporti e ci mostra le atmosfere sospese di questi in fotografie raccolte in 40 anni di viaggi in tutto il mondo.
L'aeroporto diventa teatro e scena con i suoi giochi di luce e riflessi, con le sue trasparenze ed il suo essere terra di mezzo, mentre i passeggeri attraverso i loro gesti, i loro sguardi, le loro attese diventano attori inconsapevoli di questa straordinaria opera.
L'autore spinge al massimo il contrasto tra "dentro e fuori", tra l'attesa nel partire ed il viaggio e lo fa giocando spesso con le architetture, le vetrate, le Barriere riuscendo perfettamente a far percepire questo non-luogo in tutta la sua complessità e magia allo stesso tempo.
Il tutto con un uso magistrale del colore e con composizioni impeccaBili e complesse che a volte ci appaiono quasi delle doppie esposizioni; inoltre Gruyaert inserisce spesso nelle inquadrature i numerosi simBoli grafici che popolano gli aeroporti e che diventano elementi importanti per la struttura della composizione stessa.
Insomma raga, una chicca da non perdere.
Confesso di averlo sfogliato spesso nell'ultimo anno perchè in qualche modo mi piaceva rivivere le atmosfere intriganti, misteriose e magiche degli aeroporti che per ovvie ragioni non potevo frequentare e che il liBro riusciva ad evocare.
E' un volume senza fronzoli: una breve introduzione dell'autore, una cinquantina di foto stampate su un'ottima carta e in fondo i luoghi dove sono state scattate.
Se cercate lavori più corposi di Gruyaert potete virare su altro ma se volete guastarvi questo "prima di partire per un lungo viaggio" il liBro fa al caso vostro.
Potete trovarlo come sempre alla LiBreria Grande!

Questa settimana voglio poi consigliarvi una BomBa di Ulilearn ovvero Idea LaB con Tommaso Bonaventura, una sorta di laBoratorio concettuale durante il quale acquisire un approccio metodico capace di mettere in discussione le idee.
L'oBiettivo del percorso è di rendere un lavoro potenzialmente interessante agli occhi di photo-editor, galleristi, fondi o istituzioni.

Grazie a tutti quelli che seguono questa ruBrica!
A lunedì prossimo, come sempre con un Libro e a settemBre per nuovi entusiasmanti titoli!


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B come Book- New York in Color 1952-1962 Ernst Haas

Buongiorno a tutti e Buon lunedì!
Dopo questo weekend calcistico da dimenticare ( non accetto commenti a riguardo) Buttiamoci sui liBri, ultimo rifugio di serenità.
Oggi ragazzi vi tiro fuori una delle BomBe della mia liBreria a cui sono particolarmente affezionato in quanto l'autore è uno dei miei preferiti in assoluto, pioniere nell'uso del colore in anni in cui era considerato poco artistico e il cui uso era relegato a meri scopi puBBlicitari.
Sto parlando dell'immenso Ernst Haas, fotografo austriaco di origine eBraiche che dopo la seconda guerra mondiale iniziò il suo percorso fotografando il rientro dei prigionieri di guerra austriaci.
Gia’ con questi primi scatti egli attirò l’attenzione di Life, che gli offri’ un contratto da fotografo interno alla rivista che Haas rifiutò per preservare la sua indipendenza, faro assoluto di tutta la sua carriera.
Il liBro di cui parliamo oggi ovvero New York in Color 1952-1962 è un omaggio alla Grande Mela, la città che Haas aveva scelto come luogo per vivere e per lavorare ma che poi diventò la sua vera e propria musa ispiratrice.
Sfogliandolo siamo totalmente immersi nella città, nei suoi odori, sapori e soprattutto nei suoi colori.
Il colore già, il vero protagonista nelle foto di Haas che fece dell'uso sapiente delle pellicole Kodacrome il suo marchio di faBBrica.
Per capire Bene il contesto in cui siamo dobbiamo ricordare che in quegli anni le pellicole a colori non erano performanti come quelle in Bianconero; la prima Kodacrome era infatti una pellicola estremamente "lenta" con una sensibilità paragonaBile a circa 10 ISO di oggi!!
Il suo uso era perciò altamente sconsigliato ad una fotografia dinamica e fatta di "momenti decisivi" come quella di strada.
Tuttavia Haas fece di questo difetto il suo punto di forza creando un vero e proprio linguaggio, quello del mosso creativo a colori; qualcosa di più profondo e istintivo che attraverso le sue fotografie poneva domande più che dare risposte.
Le sue non sono infatti le classiche fotografie documentarie ma appaiono come delle vere e proprie "poesie visive" con un magistrale uso del contrasto e del colore, in particolare modo del rosso intenso della pellicola Kodacrome.
Oltre al mosso troviamo altre istantanee di vita quotidiana: manifesti strappati, luci e omBre, visioni dall'alto e moltissimi riflessi, parallelismo azzeccato con la città del vetro per antonomasia.
Insomma un vero e proprio viaggio straordinario e onirico che vi consiglio in un momento come questo dove viaggiare non si può.
Haas riuscì nel 1962 ad esporre al Moma di New York la sua prima mostra a colori che tuttavia non ricevette numerose recensioni ma che poi con gli anni ha avuto i giusti riconoscimenti e che ha fatto dell'autore il vero e proprio pioniere del colore ben 14 anni prima di Egglestone.
Se volete acquistare il libro lo trovate qui!
Questa settimana vi consiglio poi un interessante workshop con Tommaso Bonaventura che ci parlerà di come finanziare un progetto fotografico dall'analisi della domanda alla ricerca fondi e alla costruzione di una nuova competenza.
A lunedì prossimo, speriamo con degli esiti calcistici differenti!

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B come Book- William Eggleston's Guide

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Buongiorno a tutti e Buon lunedì, come sempre con un liBro!
Anche io come molti fotografi sono stato affascinato agli inizi della mia carriera dalle foto in Bianconero, dal "momento decisivo" e dai reportage di guerra degli anni 40-70.
Poi però è arrivato il colore ed è stata tutt'altra storia.
Per questo oggi parliamo di un liBro storico, vera e propria pietra miliare della fotografia a mio avviso, ovvero William Eggleston's Guide, una riproduzione della prima puBBlicazione a colori del MOMA di New York del 1976.
La guida contiene 48 fotografie selezionate tra i 375 scatti realizzati dal grandissimo fotografo e che sono la sua attenta visione del mondo che lo circonda.
Le foto possono apparire ad un primo aspetto Banali e casuali, ma in realtà sono molto ricercate sia in termini di composizione che di colore e raccontano di vita quotidiana con soggetti/oggetti senza apparente significato come cartelli stradali,automoBili, tuBi di salsa da fast food, stanze: il colore è il vero protagonista nelle immagini e i suoi "Sguardi democratici" come l'autore definiva la sua attenzione verso gli oggetti marginali.
Proprio la mostra al MOMA di New York suscitò parecchie critiche nell’estaBlishment fotografico di allora, ancora legato a doppio filo al "momento decisivo" e agli scatti in Bianco e nero ,tanto che Egglestone fu unanimemente stroncato dalla critica proprio per l’oltraggio del colore e per l'apparente Banalità delle sue fotografie.
Fu il primo fotografo a realizzare in questo museo una personale mostra di fotografia in questo modo "bizzarro" per l'epoca, usando immagini iper saturate ( con la tecnica del dye-transfer).
Oggi Egglestone è unanimemente riconosciuto come uno dei più importanti fotografi viventi, ha ricevuto molti premi importantissimi e nel 2005 è stato realizzato anche un docufilm sulla sua vita.
Molti fotografi, tra cui Martin Parr lo considerano un maestro.
Il libro in questione non può mancare nella vostra libreria.
Vi linko come sempre per l'acquisto!
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