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B come Book- Confini di Umanità di Paolo Pellegrin

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"Da quassù la terra è Bellissima, senza frontiere né confini"
Yurij Gagarin, primo uomo a volare nello spazio, 12 aprile 1961

Buongiorno a tutti!
Iniziamo con questa stupenda frase la ruBrica di oggi, tornata dopo una settimana di Buca causa impegni lavorativi eccessivi #stanchezzaportemevia con un liBro davvero attualissimo ed emozionante ovvero Confini di umanità del grande Paolo Pellegrin.
Fotografo dalla spiccata sensibilità e membro dell'agenzia Magnum, Pellegrin ha vinto numerosi premi per i suoi lavori di reportage nelle zone più complicate del pianeta ed è per questo uno dei più conosciuti ed apprezzati al mondo.
Questo liBro nasce dalla mostra che il fotografo ha presentato a Pistoia recentemente ed è una vera chicca a mio avviso.
Si potreBBe star qui a parlare due ore anche solo del titolo o meglio delle due parole principali: CONFINI di UMANITA'.
Il confine, ovvero quella linea immaginaria fatta apposta per dividere popoli, decisa da chissà chi e per cui ci si scontra, si lotta, si fomentano odi e per cui si muore a volte, evocata con estrema leggerezza da tanti politici che giocano sul solleticare le pance della gente.
Ci dimentichiamo però spesso che in quei confini c'è un'umanità che soffre.
Ed è proprio qui che Paolo Pellegrin entra in gioco con le sue fotografie meravigliose, raccontandoci le tante storie recenti di guerre e di confini non in maniera diretta ed esplicita , ma lasciando spazio alla fantasia del lettore.
Le sue foto infatti, a volte sfocate, a volte non facilmente leggiBili ad un primo sguardo, non ci raccontano tutto ma sono ridotte al minimo indispensaBile e perciò lasciano spazio all'immaginazione dandoci quegli input che ci permettono di entrare e capire la condizione umana, al centro di tutto.
I dettagli fanno la differenza e ci svelano molto su questi drammi raccontandoci un'umanità divisa, ferita e dolorante ma raffigurata con un estremo rispetto per la dignità dell'uomo.
Troverete nelle sue foto molte delle vicende più difficili dei nostri giorni: dalle rivoluzioni araBe del 2011, all'eterno conflitto Palestina/Israele, al dramma dei migranti ma anche le tante frontiere che generano violenze e che non sono geografiche, come quella del colore della pelle.
Un liBro da acquistare ad occhi chiusi e da leggere ad occhi e cuore aperto per non dimenticarci che in fin dei conti è lo stesso mondo in cui viviamo noi.
Vi linko come sempre per l'acquisto
Fate i Bravi.;)

B come Book -The early years,1970-1983 Annie Leibovitz

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Buongiorno a tutti e Buon lunedì...come sempre con un liBro!!
Visto che l'argomento del giorno sono le elezioni....noi parliamo di cultura..anzi di controcultura!(tiè) e per l'appunto della grande Annie LeiBovitz, una delle fotografe più importanti degli ultimi 50 anni e valido esempio con Mick Jagger di alta resistenza all'autodistruzione.
Famosa per i suoi iconici ritratti come quello di John Lennon e Yoko Hono, i suoi esordi come giovane fotografa sono stati analizzati di rado.
L’acquisizione del suo vasto archivio da parte della LUMA Foundation ci da invece lo spunto per farlo e da questo nascono la mostra e il liBro The early years 1970-1983 in cui si esamina lo stile primordiale del progetto estetico della LeiBovitz.
Il tutto è strettamente correlato alle esperienze formative della controcultura degli anni 70 e al momento storico in questione, fatto( doppiamente) di sconquassi politici e sociali e di idee nuove e rivoluzionarie.
Per questo motivo in appendice al liBro trovate una cronostory degli avvenimenti più importanti di questi 13 anni e vedrete come associando questa alle immagini capirete molto a riguardo della fotografa, del suo io e dell'epoca in cui scattò.
Dopo essersi iscritta agli studi di pittura Annie LeiBovitz passò dopo tre anni al leggendario Dipartimento di Fotografia di San Francisco e iniziò il suo percorso ispirandosi ai grandi fotogiornalisti dell'epoca, come Bresson e Robert Frank.
Pubblicò il suo primo lavoro sulle proteste contro la guerra del Vietnam nella neonata rivista Rolling Stones.
EntramBi faranno fortuna direi.
Da lì inizia ad affinare quello stile che la porterà a creare immagini iconiche, con una spiccata sensiBilità e cercando a volte soggetti non convenzionali ma molto efficaci per raccontare un'epoca, forse irripetiBile.
Le sue foto infatti, scattate in quegli anni per un uso immediato e fotogiornalistico assumono oggi un valore storico impareggiaBile.
Le auto, sempre presenti e modello di vita frenetica on the road, i musicisti e il rock ( punto massimo è il tour degli Stones del 1972), le icone come Andy Warhol, John Lennon e Muhammad Alì: insomma un tuffo indietro nel tempo vissuto grazie a chi vi era dentro con entrambi i piedi.
Un liBro da non perdere assolutamente insomma!
Vi allego come sempre il link per l’acquisto!...
Cia' Belli!


B come Book- Street Photography e Immagine poetica di Alex Webb e Rebecca Norris Webb

date » 20-05-2019 09:06

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tags » B come Book, blog fotografia, webb, alex webb, Rebecca Norris webb, Fabio Magara, Enkster,

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Buongiorno a tutti e Buon lunedì come sempre con un liBro!
Da oggi questa ruBrica avrà l'onore di essere presente anche su Enkster, uno dei più importanti ( e fighi) Blog di fotografia italiani e di questo sono particolarmente felice e orgoglioso.
Il tono rimarrà però sempre quello del cazzeggio creativo, semplicemente perchè questo sono io e #tantisaluti.
Di cosa parliamo oggi?
Torno fresco fresco dal festival internazionale di fotogiornalismo IMP di Padova che vi consiglio vivamente di visitare e dove troverete grandissimi fotografi tra cui anche l’autore del liBro di cui vi parlerò oggi, Alex WeBB, un mito!
Di lui ho già parlato in passato in questa ruBrica ma il volume di cui vi parlo oggi è stato creato a 4 mani (e 4 occhi) assieme alla moglie di Alex, Rebecca Norris WeBB e fa parte della collana di Aperture(da acquistare a scatola chiusa in tutti i suoi volumi) ovvero Street photography e Immagine Poetica.
Se non conoscete Alex WeBB e fate i fotografi il consiglio che vi do è quello di chiudere subito la vostra attività.
Se invece non siete fotografi ma siete semplicemente degli amanti della fotografia sappiate che WeBB è uno dei maggiori esponenti viventi della fotografia a colori con particolare interesse a quella di strada.
Inizia la sua storia in Bianco e nero ma alla fine degli anni 70 comincia scattare a colori ad Haiti e in Messico, paesi dove la luce calda e intensa è in qualche modo radicata nella cultura stessa di quei luoghi e da li inizia un percorso che lo porterà ad essere riconosciuto come un'icona.
Le fotografie di Webb vengono celebrate come dei miracoli visivi , immagini " labirintiche e costruite profondamente" e che rimandano a realtà ben oltre il visiBile con cui l'autore ha saputo distaccarsi dai grandi fotografi di street del passato creando un proprio linguaggio attraverso l'uso magistrale della luce, delle ombre intense , dei colori saturi e dei piani.
Come ho già detto il liBro è creato a quattro mani con la moglie Rebecca Norris WeBB, una fotografa con uno stile diverso da quello del marito ma che va a mio parere ad integrare perfettamente il tutto, dando una visione molto più intima, con immagini ariose, piene di entrate e uscite e che parlano molto dell'io del fotografo e dell’amBiente circostante.
Ad ogni fotografia è associata una didascalia che si integra armonicamente con essa e non si parla mai di tecnicismi per la Street Photography ma si educa "il modo di pensare del fotografo” con immagini non solo dei due autori ma anche di coloro che considerano importanti nel loro percorso come Koudelka e Adams.
Consigliatissimo a tutti gli amanti della fotografia di strada e soprattutto a tutti i professionisti che conoscono solo Steve McCurry e Salgado( ne ho avuto da poco triste conferma).
Come sempre vi allego il link per l'acquisto! ( tra l'altro è pure in offerta!)
A presto Belli!!!

B come Book- William Eggleston's Guide

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Buongiorno a tutti e Buon lunedì, come sempre con un liBro!
Anche io come molti fotografi sono stato affascinato agli inizi della mia carriera dalle foto in Bianconero, dal "momento decisivo" e dai reportage di guerra degli anni 40-70.
Poi però è arrivato il colore ed è stata tutt'altra storia.
Per questo oggi parliamo di un liBro storico, vera e propria pietra miliare della fotografia a mio avviso, ovvero William Eggleston's Guide, una riproduzione della prima puBBlicazione a colori del MOMA di New York del 1976.
La guida contiene 48 fotografie selezionate tra i 375 scatti realizzati dal grandissimo fotografo e che sono la sua attenta visione del mondo che lo circonda.
Le foto possono apparire ad un primo aspetto Banali e casuali, ma in realtà sono molto ricercate sia in termini di composizione che di colore e raccontano di vita quotidiana con soggetti/oggetti senza apparente significato come cartelli stradali,automoBili, tuBi di salsa da fast food, stanze: il colore è il vero protagonista nelle immagini e i suoi "Sguardi democratici" come l'autore definiva la sua attenzione verso gli oggetti marginali.
Proprio la mostra al MOMA di New York suscitò parecchie critiche nell’estaBlishment fotografico di allora, ancora legato a doppio filo al "momento decisivo" e agli scatti in Bianco e nero ,tanto che Egglestone fu unanimemente stroncato dalla critica proprio per l’oltraggio del colore e per l'apparente Banalità delle sue fotografie.
Fu il primo fotografo a realizzare in questo museo una personale mostra di fotografia in questo modo "bizzarro" per l'epoca, usando immagini iper saturate ( con la tecnica del dye-transfer).
Oggi Egglestone è unanimemente riconosciuto come uno dei più importanti fotografi viventi, ha ricevuto molti premi importantissimi e nel 2005 è stato realizzato anche un docufilm sulla sua vita.
Molti fotografi, tra cui Martin Parr lo considerano un maestro.
Il libro in questione non può mancare nella vostra libreria.
Vi linko come sempre per l'acquisto!

B come Book- La linea inesistente di Davide Monteleone

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Buongiorno a tutti e Buon lunedì come sempre con un liBro!
I miei amici più stretti conoscono la mia grande passione per la storia e in particolar modo per la storia del '900.
Sono sempre stato affascinato dall’ultimo secolo, dalle sue tragedie, le sue divisioni, le sue contraddizioni, le sue vicissitudini politiche e sociali.
Uno dei capitoli sicuramente più interessanti per me è la guerra fredda, una guerra agli occhi di molti invisibile (nel suolo europeo) ma che ha contrapposto due sistemi, due imperi in ogni settore della società e che è terminata con la caduta del muro di Berlino.
Proprio a Berlino termina il viaggio dell'autore di cui vi parlerò oggi, Davide Monteleone, un giovane fotoreporter vincitore del WorldPress Photo award, che inizia a lavorare nel 1988 nel fotogiornalismo con puBBlicazioni in alcune delle più prestigiose testate nazionali e internazionali.
Monteleone dal 2002 vive a Mosca e anche grazie a questa sua esperienza di vita nasce il lavoro di cui parleremo oggi, "La linea inesistente" viaggio attraverso la ex cortina di ferro.
Il fotografo ha percorso infatti i luoghi della cortina di ferro che divideva in due l'Europa e che segnava la netta divisione tra il Blocco sovietico e l'occidente, cercando di ritrovare nei volti delle persone, nei paesaggi , nelle case e nelle città quella contrapposizione, cosi evidente nelle terre di mezzo, che è esistita fino alla fine degli anni 80 e che ancora oggi, purché invisiBile ,in qualche modo resta come una cicatrice nella memoria.
In ogni luogo ha cercato di far immergere il lettore nel contesto, fotografando sia il versante ovest che il versante est, catapultandoci idealmente e con l'immaginazione in quei luoghi e in quei tempi.
Un reportage dunque, ma con una sana dose di fantasia che occorre usare.
Un libro consigliatissimo e secondo me attualissimo vista la situazione europea odierna, con le crepe che l'Unione possiede al suo interno.
Da leggere e studiare con la consapevolezza che la storia non va dimenticata, ma va conosciuta per evitare di ricadere in molti errori fatti in passato.
Vi linko come sempre per l'acquisto!

B come Book- Diane Arbus :An Aperture Monograph

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Buongiorno a tutti e Buon lunedì come sempre con un liBro!
Ho sempre preferito alle monografie i progetti compiuti ma oggi facciamo un'eccezione parlando di Diane ArBus e della monografia dedicatale da Aperture dopo la sua prematura scomparsa nel 1971, An Aperture Monograph.
La vita della fotografa americana è strettamente connessa più di ogni altro autore con la sua fotografia ed i suoi soggetti.
Diane inizia a fare la fotografa dopo la guerra assieme al marito Allan, ma la sua consacrazione arriva solo dopo la separazione da questo negli anni 60 .
Il territorio prediletto della ArBus è New York dove ella ama ritrarre soggetti particolari e "strani" con cui instaura un vero e proprio rapporto di amicizia anche profondo; soggetti Bizzarri per l’epoca come la donna che si veste da uomo, il nano, il gigante cieco con una grande BarBa.
Nel '65 il MOMA presenta alcune fotografie della ArBus che in quegli anni vanta importanti collaBorazioni con fotografi dell’epoca come il fotografo di moda Richard Avedon, e i fotografi di strada Winogrand e Friedlander.
Proprio con questi ultimi due nel '67 espone 30 sue foto al MoMa; la mostra ha grande successo nonostante le polemiche che l’accompagnarono perché l’etichetta di "fotografa di mostri" che viene cucita addosso alla ArBus non le piace affatto e la sua mente , già affaticata dalle crisi depressive di cui soffriva, ne risente pesantemente.
La ArBus diventa un'icona del fotografo newyorkese e simbolo di tante battaglie "freak" e di quella contro la guerra del Vietnam .
La malattia peggiora finché Diane non si suiciderà nel luglio 71 con una forte dose di BarBiturici e tagliandosi le vene nella vasca da Bagno.
Dall’anno dopo inizia la consacrazione dell'autrice proprio con la monografia di Aperture che la porterà ad essere una delle fotografe icona del '900.
Potete trovare tantissimo materiale sulla fotografa anche su YouTube come alcuni documentari interessanti.
Vi linko come sempre per l'acquisto!

B come Book- I cinesi nel 1959 di Mario Caio Garrubba

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Buongiorno a tutti e Buon lunedì... come sempre con un liBro!
Oggi parliamo di Caio Mario GarruBBa, uno dei massimi esponenti della fotografia italiana del XX secolo noto come "il fotografo del comunismo della speranza" che con il suo oBiettivo ha saputo mettere in risalto più di altri gli aspetti sociali e le contraddizioni del socialismo reale.
Parleremo del suo" I cinesi nel 1959", un lungo reportage della Cina di Mao a 10 anni dalla fondazione della RepuBBlica popolare.
In quegli anni il paese orientale era meta amBita e irraggiungiBile per qualunque fotoreporter occidentale .
Il primo a varcare le frontiere dopo Henry Cartier Bresson fu appunto GarruBBa, che per 40 giorni osservò la vita della gente, raccontando mai con Banalità l’atmosfera cinese con uomini e donne reali e mai idealizzati, fotografati nella loro quotidianità e individualità.
L'individuo al centro quindi, la dove l'individuo stesso perde la sua importanza e diventa solo "parte del popolo".
Un racconto liBero e letterario , un viaggio intenso e reale.
GarruBBa, noto per la sua appartenenza al partito comunista ,nonostante la sua fede politica raccontò sempre il comunismo con distacco, a volte con ironia feroce per esaltarne le contraddizioni e senza mai esaltare i ruoli istituzionali degli stessi interpreti principali.
È stato anche definito "il fotografo del sociale" poichè molti dei suoi lavori raccontano il disagio e le difficoltà del sud Italia e sicuramente la strada fu il suo proscenio naturale, tanto che egli stesso coniò per quel genere dominante nella sua fotografia il termine "stradale".
E per la fotografia "stradale" è stato riconosciuto dai suoi stessi colleghi come uno dei massimi esponenti di sempre della scuola italiana.
Leggetevi questo liBro, ne vale la pena!
Come sempre vi linko per l'acquisto!
A lunedì prossimo!

B come Book- Walking the line-Della Negra, Elia, Cecere

Buongiorno a tutti e Buon lunedì... nel mio solito modo!
Qualche tempo fa ero in liBreria alla ricerca di qualche nuovo spunto e tra gli scaffali la mia attenzione si rivolse ad un piccolo volumetto , Walking the Line -Palestina Israele lungo il confine che non c’è - testi di Cecilia Dalla Negra e Christian Elia e fotografie di Gianluca Cecere.
Rimasi colpito da questo liBro poichè da quando sono nato sento parlare del proBlema israelo - palestinese e di quella striscia di terra martoriata ed esausta; inoltre sono sempre stato affascinato dai confini e dai frequenti proBlemi ad essi collegati.
Non prendere posizione in questa "partita a due" non è mai facile compito, ma in questo liBro il vero protagonista è la fotografia e in particolar modo lo è lo spazio palestinese riaBilitato e assunto a protagonista concreto di una narrazione negata.
I tre autori camminano prima lungo una frontiera oramai concettuale come quella della Linea Verde, estirpata dalla storia ma con evidenti cicatrici ancora tangibili e poi su una frontiera "fisica" ovvero quella ancora esistente lungo la quale abitano "villaggi, città e memorie confinati in una presenza assente eppure mai arresa".
Si raccontano infine delle storie di alcune persone e lo si fa anche attraverso delle fotografie profonde e intime.
Insomma un viaggio che vale la pena fare.
E' un progetto che è stato sostenuto grazie all'aiuto di molte persone che trovate elencate sul sito walkingtheline che vi consiglio di visitare.
Potete trovarlo presso la Libreria Grande sia online che fisicamente.

Questa settimana vi consiglio poi l' interessante workshop di Ulilearn Il racconto autobiografico, 3+ ore con Simona Ghizzoni, sulla progettualità dell'autoritratto come narrazione intima.
Spettacolo!
Buona lettura!

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B come Book- Dango di Alex Liverani

date » 10-09-2018 09:19

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tags » dango, alexliverani, bcomebook, culturafotografica, blogfotografia,

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Buongiorno a tutti e Buon lunedì....come sempre con un liBro!
Oggi parleremo dell’amico Alex Liverani,fotografo di Faenza che recentemente si è classificato secondo al programma Master of Photography in onda su Sky e del suo Dango,edito da CrowdBooks.
Il liBro è una serie sorprendente di trittici, con fotografie “rubate” da Alex in giro per il Giappone durante un suo viaggio.
Il Dango,per chi non lo sapesse, è il più famoso dolce giapponese composto da tre palline colorate unite tra di loro da un bacchettino di legno.
Uno dei più conosciuti proverBi giapponesi simbolo della praticità del popolo orientale è "Hana yori Dango" e significa "meglio i Dango che i fiori".
Questo sta ad indicare che i giapponesi ,in occasione della famosa e turistica fioritura dei ciliegi, preferiscono mangiare i Dango piuttosto che apprezzare la Bellezza dei fiori dando cioè più importanza alla sostanza che all'aspetto estetico.
Da qui prende spunto il liBro: ogni trittico è un Piccolo Dango che è composto da singole immagini apparentemente scollegate tra loro ma che grazie al colore che fa da "Bacchettino di legno" creano sequenze che si reggono da sole.
E' la gestione del colore perciò che la fa da padrone e che va a mettere in discussione il proverBio stesso, creando sequenze in cui sostanza ed estetica si pongono sullo stesso piano di importanza, con una coerenza davvero impeccabile.
Il liBro è per questo la forma giusta con cui presentare questo progetto, perchè è il contenitore estetico perfetto per valorizzare questo contenuto.
La prefazione è di Oliviero Toscani che con il suo stile istrionico presenta quest’opera, vincitore del Jurors Pick ai LensCulture Street Ph.awards 2018.
Vi linko come sempre per l'acquisto!
Buona lettura!

B come Book- 258Minutes, Angelo Ferrillo

date » 27-08-2018 08:37

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tags » bcomebook, blog, fotografia, ferrillo, 258minutes, crowdbooks, culturafotografica,

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Buongiorno a tutti e Buon lunedì!
Oggi il B-log parla di un liBro a cui sono particolarmente affezionato, che ho visto nascere,crescere e diventare opera compiuta, 258Minutes del mio amico Angelo Ferrillo.
Angelo torna a Parigi il 13 novembre 2016, ovvero un anno dopo i Brutali attentati terroristici che hanno insanguinato la città.
Con le sue foto nette e piene di contrasto cerca di ripercorrere proprio i 258 minuti del terrore in tutti i luoghi simbolo della tragedia, con una cronostoria molto intensa.
Ciò che emerge dalle foto è la volontà del popolo parigino di ristaBilire la normalità; infatti non c’è traccia nelle foto di pietismo scontato ma la città sembra essere tornata ai suoi ritmi quotidiani, come se l’evento non l’avesse di fatto scalfita.
In realtà le foto appaiono come..."incomplete" ad una superficiale lettura..è come se mancasse qualcosa.
La parte mancante che va sovrapposta alle immagini stesse è quella dei nostri ricordi.
Angelo ha in pratica creato delle doppie esposizioni "immaginarie" perché inconsciamente il lettore è portato a sovrapporre sopra ogni fotografia di quei luoghi nel 2016 l’immagine dei luoghi stessi nel giorno della tragedia fissata nella memoria.
Ecco che tutto ciò diventa molto efficace,doloroso e profondo e porta in qualche modo a riflessioni importanti.
Nella seconda parte del volume sono inoltre presenti alcuni elementi, statistiche e contenuti presi dall'universo dei social network nei giorni del terrore al fine di tessere la tela della memoria storica con i media dei nostri tempi.
Il ricordo diventa perciò parte integrante del progetto e rende il liBro un'opera compiuta e da non perdere.
Quando questo progetto nasce io, Angelo e il mio amico Stefano Baldacci stavamo organizzando un workshop assieme e quando ci mostrò l'idea e le immagini capimmo suBito che questa serie poteva diventare un lavoro importante.
Ho seguito il progetto in tutte le sue fasi fino ad arrivare a questo liBro finanziato attraverso operazioni di crowdfounding e ora divenuto realtà.
Vi linko come sempre per l'acquisto e faccio i miei più cari auguri al mio amico Angelo per questo Bellissimo progetto che sono sicuro avrà il successo che merita.
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